Giornata internazionale della donna, occasione di riflessione
Ad un anno dall’esplosione della pandemia corre l’obbligo, in questa giornata, soffermarsi sul ruolo della donna in tutti gli ambienti che la circondano: la famiglia, il lavoro, il sociale, il privato.
Le persone più esposte in questa crisi sono state indubbiamente le donne, che hanno comunque dimostrato di saper reagire, spesso assumendosi oneri e ulteriori carichi di lavoro e che, purtroppo, molto spesso non hanno neanche visto riconosciuti i loro sforzi. La perdita di imprese femminili e la perdita di posti di lavoro, nell’ultimo anno, registrano numeri importanti. Numeri che si ripercuoteranno inevitabilmente sulla qualità della vita delle famiglie e della società tutta.
L’8 marzo non può essere solo un giorno di festa, ma deve essere sempre più la giornata che testimonia quanto le donne hanno conquistato, sacrificando la propria vita a volte; e deve essere un’esortazione a guardare al passato, per raggiungere assieme gli obiettivi che porteranno alla vera parità.
Parità significa: equità nella retribuzione con il superamento del gap salariale, eliminazione delle discriminazioni sul lavoro e raggiungimento di un sistema di welfare che permetta alle donne di dedicarsi alla carriera con le stesse energie di ogni collega uomo, abbandonando pertanto l’inevitabile scelta tra lavoro e famiglia, sradicando ogni germe di violenza che sia verbale, fisica o sessuale, raggiungendo la pari rappresentanza sia nella società che nella vita pubblica.
Bisogna prendere esempio dalle donne libere, forti e coraggiose che hanno combattuto e che ancora ogni giorno, nonostante le mille difficoltà, riescono ad essere madri, lavoratrici, impegnate nel mondo sociale o in quello pubblico. Le tante donne che continuano a combattere per cambiare le cose.
Abbiamo raccolto un prezioso testimone, ora sta a noi lavorare tutte assieme per cercare di raggiungere i traguardi che ci siamo prefissi per la vera pari opportunità dei generi.
La Presidente
Dusy Marcolin